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Giustizia riparativa, Fina: “Governo della repressione dimentica la rieducazione sociale”

Parla il senatore abruzzese del Partito Democratico, che ha presentato un'interrogazione parlamentare

Redazione
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“Mentre ogni giorno raccogliamo il disagio del sovraffollamento delle carceri il Governo dimentica l’istituto della Giustizia riparativa: con la riforma Cartabia nel 2022 è stata introdotta una disciplina organica della giustizia riparativa, che nel caso di reati perseguibili a querela di parte comporta l’estinzione del reato per remissione tacita di querela ovvero una riduzione di pena ai sensi dell’articolo 62, n. 6, del codice penale, e comunque una valutazione positiva rispetto ai parametri di commisurazione della pena ai sensi degli articoli 133 e 58 del codice penale. Su questo tema con il collega senatore Bazzoli ho presentato una specifica interrogazione al Ministro della Giustizia per chiedere conto della effettiva applicazione della normativa e dei ritardi che operatori e utenti denunciano. In particolare le carenze nell’applicazione della legge traggono origine dalla mancata implementazione dei centri per la giustizia riparativa e dei mediatori esperti per la rappresentanza della vittima surrogata”.

E' quanto dichiara il senatore del Partito Democratico Michele Fina, che poi aggiunge: “La risposta del Ministero non è affatto soddisfacente, limitandosi ad una pedissequa descrizione degli adempimenti burocratici propedeutici all’attivazione dei servizi connessi all’Istituto. Quello che invece manca è una autentica ed efficace volontà politica che faccia della giustizia riparativa una svolta culturale nell’azione di Governo, nonchè una vera risposta alle difficoltà dei tribunali, in particolare per i reati intrafamiliari, per i quali una risposta solo repressiva è inadeguata. Il Governo dismetta l’approccio pan-penalistico e punitivo, valorizzando istituti come quello della giustizia riparativa, deflattivo del carico di lavoro dei tribunali e più adeguato all’effettivo valore rieducativo della pena previsto dalla Costituzione”.

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