Dopo il commissariamento della sanità abruzzese “ci sarà un terreno vergine da ridisegnare e noi lo vogliamo fare con il territorio”. Questo il primo messaggio dell’Assessore Regionale Silvio Paolucci, intervenuto a conclusione dell’Assemblea dei Sindaci convocata dal presidente Di Sabatino proprio per un confronto sul tema della sanità teramana nel contesto del nuovo Piano regionale.
Messaggio centrale, ma non il solo: “Vogliamo scrivere un documento innovativo, la macchina organizzativa e dei servizi va rinnovata. Dati ed esigenze della popolazione alla mano, dobbiamo guardare più agli anziani, alle cronicità, alle disabilità. E’ chiaro che dobbiamo razionalizzare, ma vogliamo farlo alzando la produttività ed eliminando doppioni. Anche il nostro piano di riorganizzazione non fa tagli, ma aumenta la spesa e su Teramo concediamo deroghe, perché riconosciamo il deficit sulle assunzioni di personale”.
Poi, alcune cifre, perché, ha sottolineato Paolucci “non ci sono solo i soldi del Fondo sanitario”. Ha parlato di 127 milioni di investimento da ripartire fra le quattro province, del finanziamento alla Asl del Piano della Strumentazione, che dovrebbe superare gap legati alla carenza di strumenti diagnostici, di un Piano di contenimento delle attese allo studio dell’Agenzia santaria regionale (alla riunione era presente il commissario Alfonso Mascitelli).
Non è entrato nel merito di questioni specifiche, ma ha sottolineato “il ruolo che può avere il territorio mostrandosi unito e compatto nelle sue proposte”. Come, ad esempio, quella avanzata dal presidente Renzo Di Sabatino che è tornato a parlare – lo aveva scritto nel suo programma elettorale – di “Ospedale unico riunito” intendendo che i quattro presidi ospedalieri devono avere un’unica gestione “programmando l’attività dei presidi in maniera complementare, non ragionieristica ma virtuosa, non competitiva ma costruita sulle differenze specialistiche dopo aver assicurato quei servizi che riducono il ricorso all’ospedalizzazione”.
Di Sabatino, aprendo i lavori, aveva sottolineato la “crudezza dei dati sulle risorse, non confortanti, sul deficit di personale, sulla mobilità passiva troppo alta” e aveva affrontanto la questione del punto nascita di Atri ricordando che “considerate le distanze e la viabilità provinciale, la sua soppressione potrebbe davvero rappresentare un problema per una bella fetta di territorio”.
Alla riunione è stato invitato anche il direttore generale della Asl, Roberto Fagnano, il quale, fra le altre cose, si è soffermato su “quei 40 milioni di euro che portiamo nelle Marche. Ecco questo è una tendenza che dobbiamo provare a invertire”. Fra i presenti l'assessore regionale Dino Pepe e il capogruppo regionale del Pd, Sandro Mariani.
Molti gli interventi dei Sindaci. Maurizio Brucchi ha parlato delle assegnazioni: “Ventinove milioni di euro in più all’Aquila e cinque in meno a Teramo, dove c’è già una sanità virtuosa che ha fatto a meno del privato”.
Brucchi, come il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, ha posto l’attenzione sul problema dei precari “fra la scadenza dei contratti e i concorsi c’è un buco di mesi. Da aprile i nostri presidi saranno sguarniti di centinaia di operatori, bisogna trovare una soluzione ponte”.
Mastromauro ha anche fatto un appello, non solo alla Regione, ma anche al territorio: “Rimediamo agli errori del passato, la spesa sanitaria va rimodulata, basta doppioni mentre dobbiamo investire sulla medicina dell’emergenza e su quella territoriale che evita l’ospedalizzazione”.
Il sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, ha ricordato la vicenda del punto nascita: “Vicenda controversa, se ne è decisa la chiusura sulla base dei dati del 2013, mentre già da febbraio abbiamo superato le 500 nascite. Non solo, nella stessa relazione del Ministero, il punto nascita di Atri risulta fra i più sicuri e non entra nemmeno nella classifica della mobilità passiva”.
Mario di Pietro, Bellante: “Anni di non scelte, adesso ci vuole un approccio non parziale e bisogna fare uno sforzo programmatico generale”. Sul punto nascita di Atri: “Oggi viene garantito il servizio h 24 insieme a Pediatria, ma se chiudete il punto nascita non sarà più possibile”.
Infine, l’appello del sindaco di Penna Sant’Andrea, il consigliere provinciale Severino Serrani, che ha raccontato la storia del Centro per l’autismo, realizzato nel suo Comune sette anni fa, costato 450 mila euro e ora inutilizzato. “Ci riprenderemo la struttura concessa ad una Fondazione – ha detto – ma vorrei un impegno da parte di Regione e Asl per farlo vivere, perché rappresenterebbe una risposta al dramma di molte famiglie, anche tenuto conto del fatto che sarebbe l’unica struttura di riferimento della nostra provincia”.