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Alla riscoperta delle "Virtù teramane"

Un piatto a base di legumi, verdure e paste di vario genere

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Uno dei piatti caratteristici della città di Teramo è rappresentato dalle "Virtù". Un piatto a base di legumi, verdure e paste di vario genere, che trae la sua fondamentale peculiarità dalla stagione in cui è possibile utilizzare la varia gamma di legumi. Le origini delle "Virtù" sono molto antiche. Già nell’antica Grecia, in occasione delle feste primaverili dedicate a Dioniso (Bacco per i Romani), si preparavano enormi quantità di Panspermia , pietanza fatta di semenze, ritenute simbolo di resurrezione, ma anche semplicemente di buon auspicio e prosperità. Nell’antica Roma, si consumava un piatto simile chiamato la virtù, dove virtus indicava la forza perseverante per raggiungere un determinato fine.

Più nello specifico, si trattava di una sorta di rito propiziatorio nell’invocare l’arrivo della primavera, del suo tepore e dei nuovi raccolti, momento fortemente critico per i contadini che temevano il prolungarsi dell’inverno, con l’inevitabile esaurimento delle scorte alimentari. Infatti, le più grandi carestie della storia legate al mondo agricolo, avvenivano proprio nel mese di maggio, momento in cui terminavano le risorse accantonate per superare l’inverno. 

Le Virtù teramane possono essere considerate il risultato dei rapporti con l’agro romano, per via della transumanza, attività di grande importanza in Abruzzo, dove la pastorizia è stata, per secoli, fonte primaria di sostentamento. Oggi, questo piatto riveste particolare importanza, non solo in quanto appartenente ai nostri antenati, ma anche come elemento da cui il territorio teramano può trarre vanto.

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